Se sei a capo di una PMI o semplicemente se sei un libero professionista che desidera gestire con cura la propria attività, saprai sicuramente quanto è importante la gestione del rischio all’interno di un business.
Fluttuazioni dei tassi di cambio, guasti imprevisti delle macchine, normative fiscali complesse, restrizioni ambientali, cattiva gestione delle crisi o di comportamenti non etici dei dipendenti…
Ti dicono qualcosa questi imprevisti?
Questi sono solo alcuni esempi di rischi che un’azienda può affrontare nella vita di tutti i giorni! Alcuni potresti averli già conosciuti. Ad altri, magari, non avevi mai pensato, ma ti hanno fatto accendere una lampadina in testa non appena li hai letti.
Ecco, non allarmarti.
Qui entra in campo il risk management, quel processo che permette l’identificazione, la valutazione, la mitigazione e il monitoraggio dei rischi aziendali per proteggere l’intero business e garantire la sua continuità operativa.
L’argomento è veramente ampio e articolato, ma questo articolo vuole essere una valida bussola per orientarsi nel mondo della gestione dei rischi. Un aiuto, da sfruttare sempre con l’aiuto di un esperto, per mettere in salvo non solo l’operato aziendale, ma anche l’autorità del proprio brand e la sua reputazione.
Per capire meglio il risk management cos’è, passiamo subito ai prossimi paragrafi.
Cos’è il risk management?
Come sarà facile dedurre, partendo dalla traduzione della lingua inglese, il significato letterale di risk management è “gestione dei rischi”.
Probabilmente ti domanderai, a livello pratico, in che cosa consiste il risk management. Molto semplice: il risk management consiste in tutte quelle azioni che mirano a proteggere il valore di un’azienda e garantire che il suo operato non venga minato o addirittura interrotto.
Ecco quindi, cosa vuol dire risk management!
Identificare le minacce interne/esterne, capire la loro natura e intervenire in maniera efficace, fa parte di una gestione dei rischi professionale e ben gestita.
Il risk management, quindi, non è una blanda attività di identificazione dei rischi, ma un processo ricco e complesso che include anche la valutazione, la mitigazione e il monitoraggio dei rischi aziendali.
Ovviamente non stiamo parlando di una garanzia assoluta contro i rischi, ma piuttosto di un approccio proattivo per intervenire in maniera intelligente.
La gestione dei rischi deve essere sempre affidata a esperti del settore, come: analisti finanziari, consulenti di gestione del rischio, ingegneri della sicurezza informatica e professionisti della salute e sicurezza sul lavoro.
Solo persone che si sono formate in campo teorico e pratico, possono apportare in azienda le dovute competenze per valutare e contenere i rischi in modo utile.
A cosa serve il risk management?
Come premesso, il risk management tutela a 360° un’azienda o una libera professione, facendo in modo che rischi strategici, finanziari, operativi, di compliance e legali vengano contenuti e risolti in tempo, prima che possano creare danni irreparabili.
Sebbene si pensi sempre a danni materiali e visibili all’occhio, esistono altri danni (molto più pericolosi) che possono danneggiare l’operato di un’azienda. Basti pensare a quanto è cavillosa e articolata la legge italiana.
Una norma letta e tradotta in modo sbagliato, un provvedimento non preso e qualsiasi tipo di disattenzione burocratica, può mettere a repentaglio anni e anni di duro lavoro. Questo porta alla necessità di monitorare costantemente ogni aspetto dell’operato aziendale.
Il risk management serve anche a controllare la qualità della formazione del personale, in modo da essere certi che quest’ultimo agisca e lavori seguendo delle linee guida ben precise.
In questo modo, l’azienda può proteggere i suoi interessi e la sua reputazione, mantenendo un ambiente operativo conforme alle leggi nazionali e ai regolamenti interni applicati.
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Per essere certi di portare a termine con successo la gestione dei rischi è necessario conoscere tutte le tipologie di minacce e gli step corretti da eseguire per intervenire in maniera efficace.
Di questo parleremo meglio in seguito…
Cosa comprende il risk management?
Il risk management comprende la conoscenza dei rischi a cui è soggetta, solitamente, un’attività di business, il riconoscimento dei rischi in atto e le giuste azioni da intraprendere per intervenire con cura nel momento del bisogno.
Nell’individuazione del rischio, il responsabile evidenzia i potenziali eventi o situazioni che potrebbero avere un impatto negativo sugli obiettivi dell’attività. Una volta eseguito questo passaggio, valuterà la probabilità di accadimento e l’impatto che i rischi potrebbero avere sull’organizzazione.
Una volta che i rischi sono stati identificati e valutati, si cercherà di capire come gestirli. A volte è possibile intervenire evitando il rischio, a volte invece è possibile solo contenerlo. Altre volte, inoltre, è possibile solo accettare il rischio e rimanere inermi.
Il risk management ovviamente non si ferma mai, è un processo continuo e dinamico, pertanto è bene monitorare costantemente l’ambiente operativo dell’organizzazione.
Quando si parla di gestione dei rischi, è necessario anche curare la comunicazione interna all’azienda, che deve essere efficace, attiva e basata su precisi report periodici relativi allo stato dei rischi. Deve essere monitorata anche la formazione del personale sull’importanza del risk management e la collaborazione con le parti esterne interessate (es. investitori).
Ora che è chiaro cosa comprende il risk management, andiamo a vedere più da vicino i rischi frequenti.
Rischi strategici
Con questi rischi si fa riferimento alla posizione competitiva di mercato di un’azienda. I rischi strategici riguardano le mosse effettuate per il raggiungimento di obiettivi di medio/lungo termine. Essi sono fortemente interconnessi e influenzati da eventi come: la globalizzazione, l’incapacità di tenere il passo con i progressi tecnologici, i cambiamenti normativi nei paesi esterni, oppure il danneggiamento dell’immagine aziendale a causa di scandali o controversie.
Rischi finanziari
I rischi finanziari rappresentano le potenziali perdite che un’azienda può subire a causa di variazioni nei mercati finanziari o nelle sue operazioni finanziarie. Principalmente riguardano il rischio di liquidità, associato alla capacità di un’azienda di soddisfare i suoi obblighi finanziari nel breve termine e il rischio di credito, ovvero il rischio che una controparte non adempia ai suoi obblighi finanziari nei confronti dell’azienda. Non meno importanti i rischi di mercato, legati alle fluttuazioni nei mercati finanziari, come ad esempio i tassi di interesse.
Rischi operativi
Per rischi operativi si intendono tutte quelle minacce riguardanti malfunzionamenti dei sistemi di gestione e dei processi, che possono danneggiare i beni aziendali e l’operato interno. I rischi operativi possono derivare da errori umani, problemi tecnologici o situazioni impreviste come calamità naturali. È fondamentale che le aziende implementino adeguati controlli interni, procedure di sicurezza e piani di continuità operativa.
Rischi di compliance e legali
Questi rischi parlano delle non conformità alle norme, ovvero di tutte quelle volte in cui, all’interno di un’azienda, non vengono prese sul serio le leggi. Tra questi rischi vi sono le sanzioni penali, le ammende, i danni reputazionali e di immagine. Questi rischi, pertanto, ci sollecitano a stare attenti circa le leggi vigenti, i regolamenti e i codici di condotta.
Le fasi del processo di risk management
Vi sono delle fasi specifiche, per la precisione 6, che permettono di portare a termine un processo di risk management di alto livello.
Queste fasi sono:
- Identificazione del rischio: devono essere catalogati tutti i potenziali rischi ai quali è soggetta l’organizzazione. Qualsiasi minaccia esterna deve essere passata sotto la lente di ingrandimento e i punti deboli aziendali devono essere evidenziati. Per farlo è bene usare tecniche come interviste, analisi documentale, revisione dei processi e consultazioni con esperti esterni;
- Analisi le priorità: quali rischi richiedono un’attenzione immediata e quali possono essere gestiti in modo più graduale? Quali prevedono risorse limitate e quali necessitano di grande investimento economico? È a queste domande che risponde la fase numero 2 del risk management;
- Pianificazione delle strategie di risoluzione: una volta capiti quali sono i rischi prioritari, si sviluppano strategie e piani d’azione per mitigare, trasferire o accettare i rischi. È importante coinvolgere tutte le parti interessate nel processo di pianificazione per garantire una gestione efficace dei rischi a tutti i livelli dell’organizzazione;
- Raccolta e monitoraggio: una volta pianificate le strategie, è importante raccogliere dati e informazioni pertinenti per monitorare l’efficacia delle misure adottate nel mitigare i rischi. Possono essere raccolte delle metriche di performance, oppure può essere attuata una supervisione dei processi operativi;
- Controllo delle fasi di risoluzione: riguarda tutti i meccanismi di controllo per garantire che le azioni di risk management siano eseguite correttamente e che i rischi siano gestiti in modo efficace nel tempo. Ciò può includere la revisione periodica delle politiche e delle procedure;
- Apprendimento del processo di risk management: questo implica la valutazione delle esperienze passate, l’analisi dei successi e dei fallimenti nel gestire i rischi e l’adattamento delle strategie di risk management in base alle lezioni apprese.
Stima di valutazione del rischio
Per valutare i rischi aziendali, si possono utilizzare tre tipi di approcci per comprendere meglio le conseguenze finanziarie e la probabilità che i rischi si manifestino.
Vi sono, ad esempio, le tecniche qualitative, che guardano con occhio soggettivo e in modalità descrittiva i rischi. Queste tecniche si basano sulla comprensione delle caratteristiche e delle implicazioni di ciascun rischio, senza l’uso di dati numerici specifici.
Seguono poi le tecniche quantitative, che usano dati numerici e analisi statistiche per valutare con precisione la probabilità e gli impatti dei rischi. Vengono sfruttati modelli matematici, analisi statistiche e simulazioni per quantificare i rischi in termini di perdite finanziarie potenziali e probabilità di occorrenza. Questo metodo fornisce una valutazione dettagliata e scientifica del rischio, ma richiede dati accurati e competenze analitiche avanzate.
In ultimo vi sono le tecniche semi-quantitative, che combinano gli elementi di valutazione qualitativa e quantitativa. Questo approccio offre una maggiore precisione rispetto alla valutazione prettamente qualitativa, ma rimane pur sempre priva dei dettagli delle analisi numeriche complete.
Se, invece, volessimo vedere la stima dei rischi sotto forma di formula, useremo:
R = P x D
Rischio = prodotto della Probabilità di accadimento (P) x la Gravità del Danno (D)
Probabilità di accadimento= probabilità che il danno (derivante da un fattore di rischio) si verifichi effettivamente
Gravità del danno= grado di reversibilità (o di non reversibilità) del potenziale danno causato dal medesimo fattore di rischio.
La conoscenza dei rischi porta a ridurli
“La legge non ammette ignoranza”
Recita così un famoso principio classico, secondo il quale nessuno può invocare l’ignoranza al fine di eludere l’applicazione di una norma.
Bene, la stessa cosa vale per la gestione dei rischi!
Solo attraverso la giusta formazione in materia è possibile conoscere e riconoscere in tempo i rischi che possono colpire una PMI o una libera professione.
Chi non è avvezzo a questo tipo di argomenti e necessita di curare tutto ciò che riguarda il risk management all’interno della propria attività, deve sempre avvalersi dell’aiuto di consulente specializzato. Quest’ultimo sarà in grado di fornire una guida esperta nella valutazione e nella gestione dei rischi specifici.
Con una consulenza adeguata, si può sviluppare una strategia di risk management efficace, identificando e mitigando i rischi prima che possano causare danni permanenti.
Richiedendo supporto ad un professionista specializzato, sarai certo di proteggere il tuo progetto di business e avvalerti di un approccio proattivo alla gestione dei rischi, prevenendo potenziali perdite finanziarie, danni alla reputazione e interruzioni delle attività.
Investire nella consulenza è un modo intelligente per garantire la sicurezza e la stabilità dell’azienda nel lungo termine, dimostrando un impegno verso la sostenibilità e il successo aziendale.