Uber vorrebbe aprire la piattaforma alle società di terze parti, proprio come avvenuto con il prodotto dei servizi web di Amazon.
Il capo del reparto tecnologico di Uber, Thuan Pham, ha svelato alcuni dettagli scottanti durante la conferenza stampa tenutasi a Hong Kong, lo scorso martedì.
La vendita dei servizi ad altre società si è rivelata un’enorme fonte di guadagno per Amazon, Microsoft e altri giganti del web. Questa strategia potrebbe risultare efficace anche per aumentare i profitti di Uber.
Durante la conferenza Rise a Hong Kong, Pham ha svelato che Uber vorrebbe aprire alcuni software (dal dispacciamento, alla mappatura, fino alla fatturazione) ad altre società, che potrebbero utilizzarle per le proprie attività.
“Sviluppare nuove linee di business è il nostro principale obiettivo, faremo tutto ciò che è possibile per migliorare la situazione attuale”, afferma Pham riferendosi ai vari strumenti presenti nella piattaforma di Uber.
Alcuni prodotti, come i servizi web di Amazon o Azure di Microsoft, si sono rapidamente trasformati in grandi generatori di denaro per le aziende tecnologiche sviluppatesi negli ultimi anni.
Nel 2018, AWS ha portato 25 miliardi di dollari nelle tasche di Amazon, mentre il cloud intelligente di Microsoft ha generato 32 miliardi, ovvero quasi un terzo delle entrate totali dell’azienda.
Prima che Uber possa divenire un AWS per le altre aziende passerà del tempo, non accadrà certamente da un giorno all’altro. Per ora si tratta di un sogno, che necessita di solide basi per trasformarsi in realtà.
La possibile apertura di alcuni dei servizi di Uber a terze parti potrebbe aiutare le società non redditizie a trasformare il flusso di cassa in positivo.
“Funzionalità di rilevamento delle frodi, capacità di mappatura e capacità di routing sono tutti strumenti utilissimi” prosegue Pham, “Perché non dovremmo offrire il nostro sapere ad altre persone per costruire una nuova, vincente linea di business?”.