Google investirà oltre 2 miliardi di Dollari in nuove infrastrutture di energia rinnovabile, situate negli Stati Uniti, nel Sud America e in Europa.
Il pacchetto, composto da 1.600 megawatt eolici e solari, includerà 18 nuovi accordi energetici che aumenteranno le entrate di Big G del 40 percento.
La società ha dichiarato che sarà l’acquisto più grande mai effettuato nella storia dell’azienda.
“La sostenibilità è stata uno dei valori chiave di Google sin dai primi giorni. Nel corso degli anni abbiamo lavorato duramente per ridurre l’impronta di carbonio nelle nostre operazioni, costruire prodotti nel rispetto del pianeta e guidare il cambiamento su vasta scala attraverso catene di fornitura” – dichiara il CEO Sundar Pichai in una conferenza stampa.
La società prevede di raddoppiare il proprio portafoglio globale investendo in impianti solari situati in Nord Carolina, Carolina del Sud e Texas.
Google sta inoltre lavorando ad un progetto di tecnologia ibrida in Cile, che unirà forza solare ed eolica. Pichai annuncerà i piani dell’azienda durante l’imminente visita in Finlandia.
Centinaia di dipendenti Google criticano tuttavia la società per non aver dato sufficiente importanza all’ambiente, incolpando l’utilizzo di carbonio nei data center.
Oltre 1.600 lavoratori dell’azienda hanno quindi firmato una lettera che stabilisce un elenco di obiettivi climatici multi-tecnologia per la società.
Google d’altro canto, afferma di impegnarsi duramente a favore della sostenibilità. L’azienda assicura:
“Le nostre attività commerciali globali sono carbon neutral” (le emissioni sarebbero infatti compensate da energia rinnovabile equivalente). Ogni giorno cerchiamo nuove soluzioni; aspiriamo ad un consumo di energia a lungo termine privo di emissioni di carbonio. Attualmente non abbiamo stabilito date precise. Ci stiamo lavorando”.
I dipendenti però non appaiono soddisfatti, secondo indiscrezioni trapelate, Google non starebbe infatti raccontando la verità.
L’annuncio di Big G è arrivato in anticipo rispetto allo sciopero globale del clima dello scorso venerdì. Centinaia di dipendenti appartenenti ad aziende tecnologiche come Google, Microsoft e Amazon, hanno partecipato alla protesta, tenutasi in oltre 150 paesi.