LinkedIn, il più noto social network per la ricerca del lavoro, si sta impegnando duramente per combattere account falsi, contenuti violenti e persino sfruttamento di minori.
Per la prima volta il popolare sito professionale per il recruitment, affronta gli stessi problemi che affliggono altre piattaforme di social media.
LinkedIn ha eliminato oltre 21 milioni di account falsi nella prima metà dell’anno, rimuovendo oltre 60 milioni di spamming, inclusi post di lavoro fasulli.
Ha segnalato 16.000 casi di molestie, 11.000 post con contenuti osceni o pornografici, 2.000 post con violenza o terrorismo e 22 episodi di sfruttamento di minori.
“Sfortunatamente alcune persone usano la tecnologia in modo deplorevole” – dichiara il consulente generale di LinkedIn Blake Lawit. “Dobbiamo essere sempre vigili per proteggere costantemente i nostri utenti“.
I contenuti dannosi online stanno invadendo qualsiasi territorio, anche i siti apparentemente lontani da tutto ciò che è commerciale, proprio come LinkedIn.
Le più importanti società di social network stanno compiendo numerosi sforzi per combattere la violenza, le molestie e gli altri contenuti pericolosi.
Ogni azienda adotta le proprie politiche interne: Facebook, per esempio, monitora e punisce alcune categorie che LinkedIn non comprende, come le droghe, la vendita di armi da fuoco o i casi di autolesionismo.
Twitter e Google trattano categorie più ampie, come i casi di interferenza elettorale e i contenuti che infrangono la legge europea sulla privacy.
LinkedIn ha deciso di rendere pubblici i numeri riguardanti la moderazione dei contenuti, pur non avendo subito la stessa pressione pubblica e mediatica di Facebook. La società vuole garantire trasparenza, rendendo partecipi gli utenti riguardo ciò che accade all’interno della piattaforma.
“Abbiamo una grande responsabilità, è nostro dovere fornire maggiore trasparenza, è il minimo che possiamo fare per chi ogni giorno ci dona fiducia” – aggiunge Lawit.