Secondo un recente studio condotto da Capgemini e chiamato “AI and the ethical conundrum”, il 70% dei consumatori si aspetta che le aziende utilizzino l’Intelligenza Artificiale per interagire con gli utenti in modo chiaro, etico e trasparente.
Fino a questo momento, l’Intelligenza Artificiale è sempre stata utilizzata in modo superficiale, al punto da produrre spesso bias discriminatori nei confronti degli utenti. Una leggerezza, questa, che rischia di essere controproducente per le aziende, che devono affrontare sempre di più la digital transformation e allinearsi a questo nuovo bisogno dei consumatori.
Lotta ai bias contro le minoranze
Anne-Laure Thieullent, Artificial Intelligence and Analytics Group Offer Leader di Capgemini, ha dichiarato quanto segue:
L’Intelligenza Artificiale è una tecnologia trasformazionale che ha il potere di determinare gli sviluppi di un determinato mercato, della società e dell’ambiente di riferimento. Non bisogna temere gli impatti dell’Intelligenza Artificiale sulla gente e sulla società: bisogna, invece, direzionare l’Intelligenza Artificiale stessa verso una lotta concreta ai bias contro le minoranze e, dove possibile, utilizzarla come supporto nella correzione dei bias umani esistenti all’interno della nostra società.
Serve un responsabile dell’etica dell’Intelligenza Artificiale
La ricerca di Capgemini ha dimostrato che solo il 53% delle organizzazioni ha un leader responsabile dell’etica dei sistemi di Intelligenza Artificiale. Eppure, dalla stessa ricerca emerge una consapevolezza sempre più forte sull’etica legata alla tecnologia. Allo stesso tempo, però, pare che nessuno si sia ancora preso la responsabilità di creare un ruolo predisposto a questo tipo di operazioni.
Il report di Capgemini è stato condotto nei mesi di Aprile e Maggio 2020 su un campione di 2900 consumatori, sparsi per 6 paesi nel mondo, e su un campione di 884 executive sparsi per 10 paesi nel mondo (inclusa l’India).