La pandemia del COVID-19 ha consentito alle aziende di trasformare il lavoro a distanza in un’opportunità per resistere anche in tempi di crisi. L’emergenza sanitaria è cominciata nei primi mesi del 2020 e non prevede arresti all’orizzonte, non per il momento, almeno. Per questo motivo, molte aziende hanno cominciato a valutare lo smart working come permanente, almeno finché il virus è fuori controllo.
Come si stanno rapportando, però, le aziende con i loro dipendenti a distanza? Come stanno coordinando e monitorando i lavori da remoto in questo periodo?
Una riflessione sul tema ce la propongono Justin Billingsley e Bruce Daisley, rispettivamente responsabile marketing per Publicis ed ex vice presidente per Twitter.
Secondo Billingsley, quello che stiamo vivendo è un momento molto delicato, in cui le persone si rapportano a crisi, dubbi e instabilità in modalità via via differenti. È evidente, quindi, che le aziende, dal canto loro, dovrebbero riprogrammare anche le modalità relazionali con i propri dipendenti.
Paure, insicurezze e dubbi per il futuro a causa della pandemia
L’emergenza sanitaria ha fatto emergere incertezza, insicurezza e paura, in buona parte della popolazione mondiale. Pur lavorando a distanza, a casa, da remoto, seguendo la modalità del cosiddetto lavoro agile, i dipendenti non possono fare a meno di sperimentare sentimenti spesso discordanti e destabilizzanti, in grado di avere ripercussioni non sempre positive sul lavoro. I datori di lavoro non possono fare a meno di notare questa modalità e devono in qualche modo modificare gli approcci e le relazioni con i loro dipendenti.
Stando alle parole di Billingsley:
L’unico modo per ottenere performance migliori anche a distanza dai dipendenti è guardando oltre la produttività. Lavorare è solo una parte di ciò che dovremmo fare nella nostra vita. La consapevolezza che il nostro lavoro può essere migliore o peggiore di quello di qualcun altro è critica ma altrettanto cruciale. Dobbiamo ricordarci che siamo ancora in piena pandemia e che saremo in questa condizione qui per ancora molto, moltissimo tempo.
Un approccio flessibile con lo smart working può essere la soluzione
Secondo il gruppo Publicis, l’ideale sarebbe avere un approccio flessibile con il lavoro a distanza, specie in vista di un rilassamento della pandemia. Quando il virus sarà sconfitto, se sarà sconfitto, si cercherà un bilanciamento ideale tra lavoro a distanza e lavoro in presenza.
Per perfezionare la gestione del proprio tempo durante lo smart working, Daisley ha notato i vantaggi effettivi del lavoro “asincrono” semplicemente osservando i dipendenti delle compagnie per cui solitamente effettua consulenze.
Come affermato da Daisley stesso:
Per molti il lavoro a distanza è diventato una performance, in cui fingiamo di prestare attenzione e invece siamo intenti a fare tutt’altro. Il segreto? Smettere di fingere. I meeting su Zoom dovrebbero essere più rapidi e meno frequenti, lasciando così ai dipendenti maggiore spazio di azione, maggiore libertà. I meeting silenziosi proposti da Amazon potrebbero essere una soluzione: leggere insieme documenti condivisi per circa 30 minuti prima di cominciare la riunione consente ai dipendenti di recepire il messaggio con i propri tempi e senza aumentare stress e tensioni.