Il lockdown dei mesi scorsi ci ha abituati a una nuova normalità. Abbiamo smesso di uscire di casa, se non per ragioni importanti, abbiamo cominciato a utilizzare molto di meno le automobili, abbiamo cominciato a lavorare da casa, sperimentando lo smart working di cui ormai tanto si parla.
Non è solo l’Italia, però, a essere nuova a questa metodologia. Il lavoro da remoto, infatti, è diventata una vera e propria abitudine solo quest’anno, quando la pandemia globale ha costretto le aziende a rivedere e riprogrammare il proprio lavoro.
Il concetto di smart working si basa su un criterio fondamentale: con una connessione internet e un portatile, possiamo lavorare praticamente ovunque. A casa, in ufficio, al bar, al parco.
E se la tecnologia avanza e diventa sempre più accessibile, il lavoro da remoto è un’opportunità che non possiamo farci scappare. Sia per gli imprenditori che per i lavoratori. Se consideriamo poi che il Coronavirus non è ancora scomparso e che potrebbe volerci parecchio tempo prima di poter tornare a una vita “normale”, forse lo smart working è addirittura necessario, per poter fronteggiare la crisi.
Gli imprenditori devono incentivare il lavoro a distanza
Per questa ragione, gli imprenditori devono continuare a incentivare il lavoro da remoto e per farlo devono ottimizzare i tempi, rendere più accessibile il lavoro fuori sede e facilitare la comunicazione a distanza. Ci vuole una strategia a lungo termine che punti sullo smart working e che consenta ai lavoratori di poter gestire i propri impegni anche da casa, senza dover necessariamente passare in ufficio.
Secondo uno studio recente, il lavoro da remoto ha migliorato la produttività di tantissimi lavoratori, riducendo sensibilmente gli stress derivati dallo spostamento quotidiano da casa a lavoro. La maggior parte dei lavoratori, infatti, ha potuto finalmente rinunciare – durante il lockdown – a ore di fila in macchina, sui mezzi, in metropolitana, solo per poter raggiungere il posto di lavoro (e, viceversa, per ritornare a casa a fine giornata).
In questo modo, il lavoratore medio ha migliorato sensibilmente la qualità delle sue giornate, ha potuto dedicare più tempo ai suoi hobby o all’attività fisica. Questo ha avuto benefici sul benessere fisico, mentale e anche sulla produttività sul lavoro.
Le imprese valutano lo smart working permanente
Un recente sondaggio di Gartner ha confermato che il 74% degli imprenditori nel mondo sta valutando la possibilità di rendere lo smart working permanente per almeno il 5% dei suoi dipendenti. Sembra, quindi, che il lavoro a distanza sia sempre più una realtà e che sta piano piano scomparendo il concetto di ufficio.
E se davvero il lavoro a distanza ha migliorato la qualità della vita dei lavoratori, perché non mantenerlo per sempre?