L’emergenza sanitaria ha impattato sul mercato pubblicitario, modificando strategie e focus.
In questo periodo le aziende preferiscono concentrare le loro energie in nuove vie di comunicazione; quali sono?
La School of Management del Politecnico di Milano ha condotto una ricerca durante i mesi di aprile e maggio, coinvolgendo 78 aziende di marca.
Lo studio ha analizzato le prospettive di breve-medio periodo, con particolare attenzione verso il fenomeno del brand purpose.
Di cosa si tratta? In poche parole parliamo del “perché dell’azienda”, della sua identificazione con le tematiche sociali prioritarie per i consumatori di riferimento, in un dato periodo storico.
I dati raccolti rivelano che il 58% degli intervistati prevede un calo a doppia cifra per gli investimenti pubblicitari durante il 2020; il restante pronostica decrementi tra il 10% e il 30%.
La diffusione del virus provocherà cambiamenti a lungo termine sia nel comportamento dei consumatori, sia nelle strategie delle imprese.
La digital transformation coprirà come sempre un ruolo fondamentale; gli intervistati prevedono un aumento significativo degli investimenti digitali sul totale della pubblicità, nell’e-commerce e nei profili digitali.
Durante la ricerca, la maggior parte delle aziende ha mostrato particolare interesse verso il brand purpose.
Il 39% degli utenti, infatti, riconosce una maggiore attenzione verso gli investimenti in brand purpose, a sostegno di iniziative utili per testimoniare l’impatto positivo dei brand sulla società.
Nonostante il graduale ritorno alla normalità, la situazione tutt’ora incerta mantiene alta la comunicazione strategica incentrata su tematiche di salute e prevenzione sanitaria.
A tal proposito, la ricerca Branding e-volution si focalizza su tre ambiti di indagine:
- il ruolo della marca negli acquisti;
- gli impatti sul brand nel settore digitale;
- il ruolo dei dati nel marketing.
L’iniziativa vede la partecipazione di importanti nomi appartenenti alla categoria pubblicitaria, tra cui: GroupM e Inmediato Mediaplus, RAI Pubblicità, Teads, Webads, GFK, Kantar, Integral Ad Science, Nextplora, Sensemakers e LinkedIn.