Business ed emozioni? Cosa hanno in comune queste due parole? Perché ti parlo di coaching emozionale in un contesto orientato alla crescita professionale?
In effetti, questa associazione potrebbe sembrarti controintuitiva. Ti assicuro, però, che l’emotività influenza a tal punto la nostra vita da avere ripercussioni non solo sulla sfera privata, ma anche sulla carriera e sulle attività lavorative.
Timidezza, paura di parlare in pubblico, competitività sono tutte condizioni che vanno a creare dei blocchi a vari livelli. Ad esempio, il senso di inadeguatezza incide sulla motivazione, sulle performance professionali e sulle relazioni private. L’aggressività complica i rapporti con i colleghi e rappresenta un vero e proprio ostacolo nella vendita e nella gestione del team. Lo stress condiziona i risultati, provoca malessere psicofisico ai dipendenti e appesantisce l’ambiente di lavoro.
Insomma, sebbene si parli di sfere completamente diverse, entrambe riguardano la persona e, di conseguenza, ricadono l’una sull’altra.
Forse ti stai chiedendo quale sia la chiave per tenerle separate. Ti suggerisco di cambiare domanda e trasformarla in “come posso imparare a controllare l’emotività?”.
A questo punto diventa molto più facile darsi una risposta: l’unica cosa che puoi fare è imparare a gestirle con consapevolezza, sfruttando la tua intelligenza emotiva anziché farti sopraffare dalla tua interiorità.
Il coaching emozionale serve proprio per aiutarti a mettere in ordine le emozioni e a farle confluire verso una direzione positiva e, soprattutto, costruttiva.
Se senti di non riuscire a conciliare i due ambiti, posso aiutarti io ad avere un approccio migliore. Clicca sul pulsante qui sotto per una consulenza di coaching e fai il primo passo per dare la direzione che desideri alla tua emotività.
Cos’è il coaching emozionale?
Le emozioni, positive o negative che siano, hanno un impatto importante sulle nostre vite e sulle nostre attività quotidiane. Accade quindi che influiscano sul lavoro, nelle relazioni con il partner, nello studio o nei rapporti sociali.
Fermati e prova a pensarci.
Ti sei mai accorto che quando sei allegro e motivato le cose intorno a te vanno meglio? Al contrario, la tristezza rende tutto più pesante e complicato.
Tuttavia, per avere un approccio vincente non è possibile farsi dominare dall’emotività ma è fondamentale sfruttare le potenzialità che sono proprie dell’intelligenza emotiva. Uno strumento prezioso in questa direzione è il coaching emozionale, un filone del coaching che si focalizza proprio sulla gestione della parte sentimentale dell’individuo.
Grazie al coaching emozionale puoi affrontare meglio sentimenti come:
- ansia;
- paura;
- timidezza;
- aggressività;
- senso di impotenza;
- stress;
- traumi subiti nell’infanzia;
- difficoltà a relazionarsi con gli altri;
- sensazione di inadeguatezza;
- mancanza di motivazione.
Troppo spesso, infatti, questi sentimenti provocano blocchi che si ripercuotono sulla sfera personale e nell’ambito lavorativo. Chi si rivolge a un coach emozionale lo fa proprio con l’intento di imparare a conoscersi e prendere coscienza della propria sensibilità, imparando come gestire le emozioni.
Distinguere le emozioni “negative” come rabbia, dolore o frustrazione, aiuta a essere più consapevoli. Questo è importante anche nelle dinamiche di gruppo, dove un atteggiamento oppositivo o iracondo potrebbe danneggiare l’equilibrio o il lavoro del team.
Durante le sedute di coaching emozionale, il coachee (il cliente) riprende percezione di sé e ritrova il proprio equilibrio. Impara da dove partono le sensazioni che prova e capisce come rimodulare il processo emotivo.
Cosa fa un coach emozionale?
Il coaching emozionale si articola in una serie di passaggi che coinvolgono il coach e il coachee. Al coach spetta il compito di guidare il suo cliente alla conquista degli obiettivi prefissati all’inizio del percorso. Anche qui si può parlare di performance coaching.
Dunque, egli entra in contatto con il suo cliente e inizia la fase di conoscenza. È essenziale che tra le due figure si instauri un clima di fiducia reciproca e cooperazione, in modo che il tutto proceda in maniera lineare.
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In genere, si parte con un questionario di autovalutazione, utile per individuare il livello di base della persona. Da lì si stabiliscono gli obiettivi che il coachee intende raggiungere. L’approccio del coaching è molto concreto e, di conseguenza, anche i propositi hanno la caratteristica di essere raggiungibili con le risorse a disposizione della persona.
Durante le sedute di coaching individuale o di gruppo, si analizzano i risultati del questionario. In base ai dati emersi, il coach va a lavorare sugli impedimenti che si frappongono tra il coachee e i suoi obiettivi.
Qual è la carriera giusta per me? Come posso creare un clima di collaborazione tra i miei dipendenti? Perché non riesco a parlare in pubblico?
Queste sono solo alcune delle domande da fare a un coach emozionale. Tuttavia ci si può affidare a un professionista delle emozioni per ritrovare un equilibrio emotivo e affrontare con maggiore determinazione il mondo fuori e quello interiore.
A cosa serve?
Anche se molte persone ne sono inconsapevoli, ognuno possiede cinque abilità principali:
- consapevolezza;
- dominio delle emozioni;
- motivazione;
- empatia;
- abilità sociale.
Nel bilancio della tua vita si tratta di certo di qualità importanti. Ma la questione è una: sai usarle in modo proficuo?
Chi è consapevole delle proprie emozioni riesce a essere focalizzato e orientato ai propri obiettivi. La consapevolezza porta anche al dominio della propria sensibilità e ad avere una visione meno distorta o soggettiva della realtà.
Conoscere i motivi che ti spingono a fare le cose o a tendere verso un preciso obiettivo è utilissimo per portarti a perseguirlo con maggiore forza. La motivazione, infatti, permette di raggiungere risultati positivi a diversi livelli, che si avvertono sulle varie sfere in cui la persona è immersa.
Il contatto emozionale e l’empatia sono le chiavi per interagire con l’altro. Altro con cui si deve costruire una relazione positiva per ottenere risultati nel lavoro e migliorare le proprie interazioni sociali.
Possedere queste abilità e non farle fruttare è un vero e proprio spreco. Oltre che, nella maggior parte dei casi, ti impedisce di evolvere come persona e come professionista.
Cosa fare allora?
Il coaching emozionale costituisce proprio il tuo strumento per prendere consapevolezza delle tue qualità e imparare a sfruttarle a tuo favore.
A chi è utile il coaching emozionale?
Chiunque si trovi in una situazione incerta, particolarmente stressante o pesante dal punto di vista emotivo dovrebbe rivolgersi ad un coach emozionale. Le domande non superate, i dubbi, le frustrazioni accumulate, infatti, non possono che danneggiare uno sviluppo positivo e sereno della persona. E tutto ciò si ripercuote sull’ambiente che la circonda: casa, lavoro, ambiente scolastico, sport.
Dunque, dal business manager a chi svolge attività sportiva, tutti potrebbero trarre benefici da un percorso di coaching emozionale.
Ti faccio qualche esempio sui vantaggi del coaching emozionale.
Rivolgersi ad un coach emozionale potrebbe essere utile per chi ricopre ruoli apicali in un’azienda. Un percorso di coaching aziendale mirato alla gestione delle emozioni, infatti, potrebbe ridurre l’ansia, insegnare a gestire lo stress, fornire strumenti per risolvere positivamente i conflitti.
L’incapacità di trattenere la rabbia, invece, aumenta le tensioni all’interno dei team di lavoro. In questo caso un coach emozionale può guidare positivamente verso una più valida conduzione dei rapporti con l’altro.
Nell’ambito della vendita, ancora, è necessario creare un feeling con il cliente, cercando di comprendere e anticipare le sue obiezioni, individuare i suoi bisogni e rispettare le sue necessità. Grazie al coaching si può sviluppare una maggiore empatia nei confronti dell’altro e migliorare il proprio modo di porsi.
Allena le emozioni per sviluppare le tue abilità
Uno dei significati della parola coach è allenare e rispecchia perfettamente l’attività che svolge il coach emozionale: allenare le emozioni.
Come ti ho spiegato, non tutti riescono ad avere padronanza sul proprio sentire e, spesso, quella che potrebbe essere una risorsa si trasforma in un impedimento.
La passionalità, utilizzata in modo sbagliato o in preda all’impulso, può far prendere decisioni sbagliate o frettolose. Così come la rabbia, la cattiva consigliera per eccellenza.
Attraverso un percorso di coaching emozionale puoi lavorare e sviluppare maggiormente le tue attitudini personali, imparando a padroneggiarle a tuo favore.
Un coach emozionale ti aiuterà ad essere consapevole delle tue emozioni così da gestirle meglio anche nell’ambito professionale.
Con una maggiore consapevolezza, ti sentirai più sicuro delle tue risorse e saprai porti in maniera più propositiva sul lavoro.
Imparando a dosare le emozioni, riuscirai ad aprire e chiudere il flusso, valutando con più concretezza ogni situazione.
La motivazione deve diventare un giardino da curare ogni giorno. Da questa qualità dipende l’avanzamento della tua vita emotiva e pratica.
Allenandoti all’empatia e all’abilità sociale potrai avere rapporti di qualità e approfondire i contatti con l’altro. Chiaramente un contatto positivo migliora la considerazione che gli altri hanno di te e la reputazione.
Ti rendi conto di quale sia il tuo potenziale inespresso? Non sarebbe ora di tirarlo fuori?
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