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Ecosia, il motore di ricerca che pianta gli alberi, ostacola il dominio di Google

di Mirko Cuneo

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Il controllo di Google sul mercato dei motori di ricerca è quasi totale. Tuttavia, da molto più lontano, sta emergendo una concorrenza sorprendente.

E’ difficile che un motore di ricerca possa competere con Google per la qualità della ricerca, ma ci può essere chi crea un’alternativa di valori, come Ecosia.

Ecosia è un motore di ricerca attivo su Microsoft Bing. Il suo intento non è però quello di offrire una ricerca migliore. Maggiore privacy e investimenti sociali sono i suoi punti di forza.

Google è così popolare da essere divenuto un verbo e un sinonimo di ricerca (“Googlare”). La ricerca viene eseguita su algoritmi, che richiedono big data, il che favorisce indubbiamente le aziende più grandi.

Google ricava la maggior parte delle sue entrate dalla ricerca sul web (86%). La crescita di Ecosia potrebbe provocare implicazioni molto serie per le finanze di Big G.

Ecosia è una società con sede a Berlino, fondata 10 anni fa da Christian Kroll. Offre due caratteristiche uniche nella battaglia competitiva con Google:

  • Vita privata salvaguardata: maggiore privacy per gli utenti
  • Benefici sociali: piantagione continua di alberi

Le ricerche vengono crittografate, non archiviate in modo permanente. I dati non sono venduti a inserzionisti di terze parti.

Nell’informativa sulla privacy, l’azienda afferma di non creare profili personali basati sulla cronologia delle ricerche, né di utilizzare strumenti di monitoraggio esterni come Google Analytics.

Il management dell’azienda si è recentemente scontrato con Google, accusandolo di comportamento anticoncorrenziale:

Ecosia si rifiuta di prendere parte all’asta recentemente annunciata da Google per affermarsi come motore di ricerca predefinito su Android.

La società invita Google ad abbandonare questa pratica non etica, per consentire agli utenti di scegliere liberamente quale motore di ricerca utilizzare, anziché mettere all’asta l’accesso al miglior offerente.

Ecosia è quindi il primo motore di ricerca che respinge l’invito di Google all’asta anticoncorrenziale, e chiama altri motori a partecipare.

Il più grande vantaggio di Ecosia è che l’azienda spende l’80% dei profitti ricavati dagli annunci di ricerca per piantare alberi. Ecco alcuni dati a riguardo:

  • Ogni richiesta di ricerca rimuove 1 kg di CO2 dall’atmosfera.
  • Sono necessarie circa 45 ricerche per piantare un albero, in quanto Ecosia guadagna circa 0,5 centesimi per ricerca. Piantare un albero costa 22 centesimi.
  • L’azienda ha già piantato oltre 60 milioni di alberi.

Il motore di ricerca è in realtà alimentato dal bing di Microsoft (migliorato con algoritmi in esecuzione su server, alimentati da energia alternativa). Ecosia vanta oltre 5,5 milioni di utenti attivi e riceve in media 56 query al secondo.

Il dominio di Google nel settore della ricerca sul web pare quasi assoluto, eppure Ecosia, utilizzando un modello di business innovativo che difende la privacy e dedica l’80% dei profitti alla piantagione di alberi, potrebbe creare dei problemi a Big G.

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Mirko Cuneo

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