Google lancerà una nuova schermata di ricerca iniziale chiamata “Search Choice”. La novità verrà distribuita in Europa a partire dal 2020, per tutti gli utenti Android.
Ciò rientra nello sforzo di Google per conformarsi alla decisione antitrust della Commissione europea (CE) del luglio 2018, che coinvolgeva Android e il raggruppamento di app.
A partire dal 2020, quando gli utenti Android configureranno il proprio dispositivo, apparirà una nuova versione della schermata iniziale, che offrirà la possibilità di scegliere il motore di ricerca preferito.
Quando l’utente farà la sua scelta, il provider diverrà il motore di ricerca predefinito in queste sezioni:
- In Chrome (se il browser è installato)
- Nella casella di ricerca della schermata principale
- Nella relativa ricerca di app del provider
I provider di ricerca potranno fare domanda a Google fino al 13 settembre per entrare in lista. Entro il 31 ottobre verrà confermato l’elenco dei motori disponibili per ciascun Paese.
Google deciderà inoltre quali fornitori includere nella schermata iniziale tramite un’asta. I provider selezionati appariranno in modo casuale e “pagheranno ogni volta che un utente li sceglierà in un determinato Paese”.
Ecco come funzionerà il processo secondo Google:
Nell’asta di ciascuna nazione, i provider di ricerca indicheranno il prezzo che sono disposti a pagare ogni volta che un utente li selezionerà. I tre migliori offerenti appariranno nella scheda iniziale di scelta.
L’asta è un processo equo e obiettivo, afferma la società. Tuttavia, secondo alcuni critici, Google starebbe “abusando nuovamente della sua posizione dominante”.
Il CEO del motore di ricerca Ecosia, Christian Kroll, ha rilasciato una dichiarazione in risposta alla notizia dell’asta.
“Sono molto deluso. Ecosia è un motore di ricerca senza fini di lucro: utilizziamo le nostre entrate per piantare alberi in aree colpite da deforestazione o desertificazione, non per entrare nella guerra delle offerte.
Se dovessimo pagare Google per ricevere il privilegio di presenziare nel motore di ricerca Android, ciò andrebbe a scapito di milioni di alberi che altrimenti potremmo piantare”.
A causa della forza del brand, è probabile che Google “vinca” nella maggior parte dei casi, a meno che i motori di ricerca concorrenti non commercializzino in modo aggressivo alcune caratteristiche differenziate (ad esempio, la privacy).
E’ Pertanto improbabile che la copertura della ricerca mobile di Google, o che le entrate pubblicitarie, subiscano danni dall’imminente processo.