Nel 2021, le imprese italiane sono pronte ad accogliere una nuova sfida, quella della digitalizzazione e della sicurezza informatica.
Secondo un sondaggio internazionale condotto nella seconda metà del 2020, che ha coinvolto Protiviti e l’università statale del North Carolina, gli effetti della pandemia sulle imprese sono stati intensi e preoccupanti insieme. Da un lato, c’è stata una crescita dovuta all’avvicinamento delle imprese alla digitalizzazione; dall’altro, però, le minacce informatiche sono fioccate in misura esponenziale, mettendo a rischio le suddette realtà così come il loro lavoro svolto fino a quel momento.
Digitalizzazione e sicurezza informatica devono andare sempre di pari passo
Il punto è che alla digitalizzazione deve affiancarsi sempre una consapevolezza, quella che il rischio di attacchi può diventare via via più importante e mettere a rischio tutti i dati sensibili di un’azienda. Se si decide, quindi, di accogliere una trasformazione digitale, bisogna mettere in conto anche un piano sulla sicurezza informatica. Non solo: il sondaggio ha fatto emergere anche altre questioni cruciali, per le imprese, tra cui la mancanza di fondi necessari per risollevarsi dalla crisi economica e un calo considerevole della domanda di alcuni prodotti prima ritenuti necessari.
Secondo gli intervistati, è evidente che il problema maggiore del 2020 è stata proprio la pandemia globale, con tutto ciò che ne è conseguito. La crisi economica, il lavoro a distanza ancora da gestire a pieno, lo spostamento delle priorità e l’avanzamento degli e-commerce a scapito dei negozi fisici.
L’avanzamento digitale, però, spaventa più del dovuto, specie chi non si è mai dovuto confrontare con questo tipo di realtà e ha sempre temporeggiato nell’attesa di non avere altra scelta.
L’Italia, infatti, è uno dei paesi che meno di tutti ha investito nella digitalizzazione e oggi, nel 2021 appena iniziato, sta facendo i conti con questa arretratezza. Non è necessariamente negativo, però, che le imprese italiane si ritrovino a dover accelerare i processi: potrebbe, infatti, esserci un segnale positivo in tutto questo. Se non altro, adesso il cambiamento è quasi obbligatorio, quindi costringerà letteralmente le imprese a fare un passo avanti – e questa volta in via definitiva, senza scampo o giustificazioni valide.
E in futuro? Come si vedono le imprese italiane nel 2030?
Nel sondaggio, agli intervistati è stato chiesto anche di provare a guardare più in là nel futuro. Cosa accadrà nel 2030? Quali saranno le sfide maggiore che le imprese e gli imprenditori si troveranno ad affrontare? Sembra che la risposta sia incredibilmente sempre la stessa: a preoccupare, ieri oggi e domani, è sempre lo sviluppo tecnologico e la paura – forse fondata – che non ci saranno mai le competenze necessarie nel nostro paese per affrontare questo cambiamento una volta per tutte.