Il 2020 è stato un anno faticoso, denso di eventi e di sfide, che ha spinto la tecnologia un passo più avanti e costretto le persone a cambiare completamente le proprie abitudini.
Le aziende hanno introdotto lo smart working come parte integrante della propria realtà lavorativa, hanno chiesto ai loro dipendenti di essere più flessibili, più indipendenti. Le persone, dal canto loro, hanno dovuto riprogrammare le loro priorità e si sono spinte sempre di più verso una tecnologia totalizzante, capace di inglobare letteralmente ogni istante della loro vita.
Come cambierà la nostra vita, quando finirà questo 2020? Ce lo siamo chiesti spesso e anche se non è facile avere risposte assolute, è evidente che alcune abitudini continueremo a portarcele dietro ancora per molto tempo.
Rimanere a casa per contrastare la pandemia. E poi?
Per fronteggiare la pandemia del Coronavirus, ci è stato chiesto di rimanere in casa. A casa dal lavoro, dal tempo libero, dal fare semplicemente la spesa. Siamo rimasti a casa per evitare di diffondere il contagio. Così facendo, ci siamo spinti verso una vita molto più tecnologica, molto più improntata sulle live sui social, sulle conference call con amici e colleghi su Skype, Google Meet e Zoom. Tantissime aziende hanno deciso di rendere il lavoro molto più agile e di puntare tutto sul remote working, il lavoro da casa.
Prima del Coronavirus, infatti, poco meno del 20% della popolazione mondiale era già abituata a lavorare da casa. Durante l’esplosione della pandemia, il 65% delle aziende ha reso possibile lo smart working. Tra queste, un buon 38% si aspetta di mantenere questa tutto sommato buona abitudine anche dopo che l’emergenza sanitaria sarà diminuita. In Australia, il 43% delle aziende ha deciso che rimarrà in smart working indefinitamente.
Smart working sì, ma con le giuste infrastrutture
Come è facile intuire, però, perché il lavoro da remoto rimanga così stabile, sono necessarie infrastrutture e telecomunicazioni stabili, che siano in grado di gestire un traffico sempre più intenso. In questo senso, è compito anche del governo e della politica cercare di rendere la nostra società sempre più in grado di sostenere un lavoro da remoto che sia realmente flessibile e realmente a distanza. Ci vorrà tempo, ci vorrà pazienza, ma se questa è la direzione che stiamo prendendo, è necessario assecondare e seguire il flusso.
In che modo, però, tutto questo influirà sulla vita dei dipendenti? Innanzitutto, sarà finalmente possibile gestire il proprio tempo libero in modo più fluido e personale. Lavorando da casa, si risparmierà notevolmente, in termini di tempo e costi. Infine, diminuirà sensibilmente lo stress provocato dal traffico e dagli spostamenti per ragioni lavorative.
Questo è il significato più profondo del concetto di smart working: lavorare in modo agile e personalizzato, riuscendo al contempo a gestire il proprio tempo libero.