Il settore della moda è uno dei più colpiti dall’emergenza sanitaria. Gli ultimi dati confermano, infatti, un dato assai sconcertante: 3 aziende di moda su 4 hanno subito un crollo del fatturato del 20% nel 2020. Per un’azienda su 4, addirittura, la flessione arriverà al 50%.
Sono i dati di Confindustria moda a parlare, una federazione di oltre 67 mila imprese che fanno lavorare oltre 580 mila lavoratori nel mondo della moda, del tessile e degli accessori. La seconda indagine condotta sul tema, Indagine Congiunturale sul Tessile moda e accessorio, racconta di un mondo in forte difficoltà, in cui più dell’86% delle aziende ha subito un calo preoccupante delle vendite, nel secondo trimestre del 2020. Un calo che supera, appunto, il 20%, e che rappresenta una porzione elevatissima e un dato assai preoccupante
Un mercato in forte crisi
L’indagine condotta da Confindustria moda aveva lo scopo di valutare l’impatto negativo provocato dall’emergenza sanitaria (fatta di blocchi, restrizioni e lockdown) e ha analizzato nello specifico un campione di 320 aziende, provando a leggere i loro dati riguardanti il mese di Luglio 2020. Il mondo della moda in Italia ha un forte impatto sull’economia generale, in quanto uno dei settori più sviluppati in assoluto (insieme, forse, a turismo ed enogastronomia). Valutare il suo andamento è molto importante anche per capire lo stato di salute dell’economia generale. Scoprire, quindi, che il mondo della moda in Italia non se la passa troppo bene è un duro colpo, su più fronti e più livelli.
Un secondo trimestre preoccupante
Dati alla mano, nel trimestre che va da Aprile a Giugno 2020, il 96% delle 320 aziende analizzate ha subito un caldo di fatturato e il 10% di questo 96% ha registrato una flessione intorno al 20%. Il calo di fatturato si aggira intorno al 39% e tra queste aziende circa il 93% ha richiesto i bonus previsti dai decreti per potersi rialzare e cominciare a galleggiare come possibile. Il 54% di queste aziende ha messo in cassa integrazione l’80% dei suoi dipendenti, mentre il 55% ha dovuto anticipare quella cassa integrazione (considerando le tempistiche di INPS nell’erogare le indennità ai cittadini). Tra tutti, quindi, solo il 4% del campione preso in esame non ha subito danni o cambiamenti considerevoli nel proprio lavoro. Non c’è stata, ovviamente, neanche crescita, ma già non registrare cali preoccupanti, in tempi di Coronavirus, è un grandissimo passo avanti.
Preoccupate, molto, le parole di Cirillo Marcolin, presidente di Confindustria Moda:
«È una catastrofe economica senza precedenti, che rischia di cancellare interi pezzi della nostra filiera, unica al mondo. Gli effetti della pandemia sui bilanci e sull’occupazione saranno devastanti. Siamo il secondo più importante settore manifatturiero in Italia e il primo contributore positivo alla bilancia commerciale. Dobbiamo fare ancor più sistema e insieme ripartire».