Secondo uno studio condotto dall’agenzia di comunicazione Porter Novelli, condotta su 1200 potenziali consumatori in reazione a determinati brand, se un marchio riesce a esprimere in modo chiaro il suo scopo al cliente è più probabile che riesca a vendere il suo prodotto.
Sembra, infatti, che se un potenziale consumatore associa automaticamente uno scopo chiaro, etico e responsabile a un brand è più propenso ad effettuare acquisti presso il suo negozio.
Se un’azienda trasmette in modo chiaro il proprio personal branding e le sue intenzioni – e se queste intenzioni sono lodevoli sia da un punto di vista etico che ambientale – il potenziale cliente è ben propenso all’acquisto e probabilmente ritornerà ad acquistare ancora.
Secondo Porter Novelli, i clienti acquistano guidati dal proprio subconscio
Il sondaggio condotto da Porter Novelli consisteva nel sottoporre ai potenziali clienti un brand e chiedere loro un’associazione verbale automatica. Agli utenti è stato chiesto, infatti, di associare una parola a un marchio, senza pensarci troppo. Le associazioni subconscie sono quelle più durature, quelle che spingono all’acquisto compulsivo, quelle che portano alla fidelizzazione.
Le persone giudicano i brand in base ad associazioni automatiche, basate sull’impulso e su ciò che un determinato prodotto ci fa sentire o provare nel momento esatto in cui lo vediamo sullo scaffale.
Per questa ragione, quanto più un brand è chiaro, trasparente e onesto, tanto più il potenziale cliente è spinto ad acquistare i suoi prodotti. Al contrario, se un brand è ombroso, oscuro, ambiguo, per l’utente sarà via via sempre più difficile fidarsi e si ritroverà a cambiare idea in tempi piuttosto brevi.
Per la maggior parte degli intervistati, più un brand è trasparente più ispirerà fiducia
Secondo il 78% degli utenti intervistati, un brand con uno scopo definito e forte ispira più fiducia e spinge, di conseguenza, all’acquisto. Per la stessa percentuale ci sono addirittura utenti disposti a lavorare per una determinata azienda, se mossa da ideali etici e condivisibili – e di conseguenza trasparenti.
Per usare le parole del vice presidente dell’area marketing di Porter Novelli:
Il pensiero automatico che va per associazioni immediate è molto più potente di quello ragionato e secondario ed è quello che spinge un utente ad acquistare un determinato prodotto. Lo scopo di un’azienda, quindi, si insinua più facilmente nella nostra psiche e nelle decisioni che prendiamo”